martedì 7 maggio 2024

PENELOPE

 Non io sono che ami

non io che accendo la notte
e illumino il giorno
L’anello al mio dito
che mi fece tua sposa
riprendi ogni volta che
corri da lei
ogni volta che sfiori il mio volto
credendolo lei
Me tradisci con lei
ciò che ero e non sono
ciò che pure rimango
ciò che folle rinnego
ciò che odio e tu ami.
Penelope ancora
ma non tesso la tela
né la disfo di notte.

Eos



   




                           


lunedì 29 aprile 2024

DIALOGO TRA IL SOLE E UN PRATO

 "Ciao, sono il Sole, amico di grandi e piccini,

di piante e animali
Coi miei raggi ravvivo giardini
a tutto il creato porto con gioia i miei doni.
anche tu ne godrai se a me t’abbandoni.
nulla esisterebbe senza di me,
re dell’universo
rendo dolce l’agrume
dorati gli acini d’uva
e verdi i giovani pampini…"

"Mi scusi se l’interrompo Maestà
sono un semplice prato
e con grande umiltà
ospito papaveri e lombrichi
Dono frescura d’estate
quando si chiudono gli occhi
per il troppo calore
e accolgo con amore
quanti scappano dai suoi raggi infuocati
e si ristorano nei prati.

Eos



    
                           

                           



                


                     


giovedì 18 aprile 2024

MI MANCA

 Non ho sentito il vento

stanotte
l’autunno mi ha sorpresa
stamani
ancora sbracciata
Lampi tuoni cielo nero
e freddo, tanto freddo…
Eppure l’estate moriva
nel buio dei giorni
più corti
nelle albe
sempre più silenziose
nell’assenza dei giochi
in cortile
nelle foglie ingiallite
sui rami
Moriva
Di nuovo moriva
E già troppo mi manca.

Eos






                       

venerdì 12 aprile 2024

ORIONE

D’oro la pioggia dai lombi divini
sulla pelle del toro immolato
dal devoto e misero Iseo
nell’orto poi ripiegata e sepolta
e nacque dal grembo della terra
il bambino promesso.

Splendido e forte cacciatore
le nubi corona al suo capo
mentre dalla montagna
veniva in pianura.
fatale, l’amore lo perse
benché figlio di Dei .

Compagno di caccia di Diana
suscitò le ire di Apollo
che tese loro il tranello crudele.
La freccia scoccata credendolo preda
spense per sempre l’azzurro degli occhi.
Venne a riva il corpo di Orione
come marmo venato di rosso
trafitto alla tempia dal dardo d’argento
Pianse affranta la Dea
mentre Sirio, cane fedele, ululava alle onde.

Mosso a pietà da tanto dolore
Giove lo pose su in cielo
dove continua la caccia
nei campi fioriti di stelle
armato di corazza e spada d’oro
e in compagnia di Sirio fedele

E Diana, al calar della sera,
quando malinconica e sola ritorna
leva gli occhi al firmamento incendiato
e guarda amorosa il suo bel cacciatore
che le sorride accentuando il bagliore
e alleviandole così la pena del cuore.

Eos


                    
                           

giovedì 4 aprile 2024

COSA RESTA DI TUTTO?

 

La vita dell'uomo è come un fiume che nel suo cammino trova continui sbarramenti che ne impediscono il naturale sbocco. Si cresce avendo come obiettivo la piena realizzazione di sè, ma spesso ci lasciamo sviare o accade qualcosa che ci allontana sempre più dall'obiettivo e smarriti e sempre più confusi imbocchiamo strade che ci portano a rinunce sempre maggiori, finchè si perde ogni speranza di ritrovarsi e ritrovare le antiche speranze. E così l'inferno, ossia la disperazione di aver smarrito la foce( l'obiettivo) e l'affannarsi a cercarla sembra il paradiso, ossia una condizione di beatitudine, in confronto alla perdita della fiducia di poterla mai ritrovare. In ognuno di noi c’è una piccola fonte di Aretusa nella quale si addensano come fantasmi i rimpianti per tutto ciò che si è perduto . Ci sono momenti in cui scivoliamo in quella fonte ,momenti di amarezza e sconforto dalle quali riemergere è molto difficile .Ci si aggrappa in genere ai ricordi,alla memoria per ritrovare nuova energia e forza per andare avanti .Sono momenti nei quali tutto sembra inutile e senza scopo .Per qualcuno la riemersione è facilitata dalla scrittura , con la quale si fissano su foglio i pensieri confusi e non ancora razionali . SCRIPTA MANENT,dicevano i latini e rileggersi è un po’ come ritrovarsi , come gettare un ponte tra le fratture che si creano dentro di sé .Allora alla domanda,cosa resta di tutto?la riposta è che non è vero che tutto quanto vissuto ,amato ,inseguito agognato e ‘’nulla’’.Tutto questo siamo noi :la somma delle sensazioni, dei sentimenti ,delle emozioni, degli sconforti vissuti che hanno contribuito alla creazione della nostra coscienza  che comincia al momento della nascita e prosegue per tutta la vita .‘’Cosa resta di tutto ?’’:brandelli di noi , piccole parti di noi che riunite come un puzzle trovano perfetto incastro e il loro senso 

Eos




martedì 26 marzo 2024

IL TARTARUGO FUMATORE

 Ughetto, tartarugo perfetto

aveva un solo gran difetto:
fumava più di un turco.
L’odore di tabacco
forte e penetrante
nauseava Pallina
tartarughina assai carina
che gli aveva detto infine:
-Sarai pure perfetto
ma più non ti sopporto!
Ti lascio caro Ughetto-

Sempre solo tutto il giorno
il tartarugo fumatore
si annoiava ed intristiva
e fumava ancor di più.
Una nuvola di fumo
nera e densa l’avvolgeva
annebbiandogli la mente
finchè un giorno impietosita
intervenne la fatina tartaruga
abitante di un boschetto.
-Ughetto, Ughetto
a che serve esser perfetto
se affoghi tutto solo
nel tabacco?
Vieni, stai con me
per un mesetto-
Lo prese per mano
e lo condusse con sé.

All’alba si alzava Ughetto
e dopo la colazione
partiva per funghi
assieme a Birillo
cane anziano ed arzillo
Cibo sano e passeggiate,
lunghe chiacchierate
con gli animali del bosco
aria buona e tanti impegni
Ughetto scordò il tabacco.

Allo scoccare del mese
mentre spaccava legna per lo spiedo
ecco da lontano arriva Pallina
per mano alla fatina..
Si corsero incontro felici
-Che buon odore hai Ughetto!
non più pelle grigia né gialle le dita….
Ora si, sei proprio perfetto!”
gli disse l’amata stringendolo forte.
Alle nozze, che si tennero presto
parteciparono la fatina, Birillo
e tutti gli animali del bosco
che in coro gridarono:
-W Pallina! W Ughetto
non più fumatore
ma tartarugo perfetto!”

Eos

                                    














                                            


    venerdì 15 marzo 2024

    IL QUADRIFOGLIO TARDIVO

     Ti ho trovato laggiù

    dove non credevo ci fossi
    Avevo piantato semi
    di trifoglio ammuffiti
    in un vaso di coccio sbreccato
    un secolo fa.
    Germogliarono
    e il balcone fu invaso
    ma del quadrifoglio sperato
    nessuno spuntò.
    E disinfestare fu dura
    Avevo a te rinunciato
    e altro piantato
    al tuo posto.
    Innaffiata curata concimata
    radicò la piantina
    Ne amai, come ora,
    gli insoliti fiori inodori
    rosati e spinosi.
    Ma oggi
    a distanza di anni
    maneggiando cauta la pianta
    ti trovo sotto le spine pungenti.
    Non più sarebbe il tuo posto
    quel vaso più di allora sbreccato
    ma non posso strapparti
    me ne manca la forza.

    Eos