martedì 26 marzo 2024

IL TARTARUGO FUMATORE

 Ughetto, tartarugo perfetto

aveva un solo gran difetto:
fumava più di un turco.
L’odore di tabacco
forte e penetrante
nauseava Pallina
tartarughina assai carina
che gli aveva detto infine:
-Sarai pure perfetto
ma più non ti sopporto!
Ti lascio caro Ughetto-

Sempre solo tutto il giorno
il tartarugo fumatore
si annoiava ed intristiva
e fumava ancor di più.
Una nuvola di fumo
nera e densa l’avvolgeva
annebbiandogli la mente
finchè un giorno impietosita
intervenne la fatina tartaruga
abitante di un boschetto.
-Ughetto, Ughetto
a che serve esser perfetto
se affoghi tutto solo
nel tabacco?
Vieni, stai con me
per un mesetto-
Lo prese per mano
e lo condusse con sé.

All’alba si alzava Ughetto
e dopo la colazione
partiva per funghi
assieme a Birillo
cane anziano ed arzillo
Cibo sano e passeggiate,
lunghe chiacchierate
con gli animali del bosco
aria buona e tanti impegni
Ughetto scordò il tabacco.

Allo scoccare del mese
mentre spaccava legna per lo spiedo
ecco da lontano arriva Pallina
per mano alla fatina..
Si corsero incontro felici
-Che buon odore hai Ughetto!
non più pelle grigia né gialle le dita….
Ora si, sei proprio perfetto!”
gli disse l’amata stringendolo forte.
Alle nozze, che si tennero presto
parteciparono la fatina, Birillo
e tutti gli animali del bosco
che in coro gridarono:
-W Pallina! W Ughetto
non più fumatore
ma tartarugo perfetto!”

Eos

                                    














                                            


    venerdì 15 marzo 2024

    IL QUADRIFOGLIO TARDIVO

     Ti ho trovato laggiù

    dove non credevo ci fossi
    Avevo piantato semi
    di trifoglio ammuffiti
    in un vaso di coccio sbreccato
    un secolo fa.
    Germogliarono
    e il balcone fu invaso
    ma del quadrifoglio sperato
    nessuno spuntò.
    E disinfestare fu dura
    Avevo a te rinunciato
    e altro piantato
    al tuo posto.
    Innaffiata curata concimata
    radicò la piantina
    Ne amai, come ora,
    gli insoliti fiori inodori
    rosati e spinosi.
    Ma oggi
    a distanza di anni
    maneggiando cauta la pianta
    ti trovo sotto le spine pungenti.
    Non più sarebbe il tuo posto
    quel vaso più di allora sbreccato
    ma non posso strapparti
    me ne manca la forza.

    Eos





                            






                 


      domenica 10 marzo 2024

      IL SENSO

       Il senso, il senso

      ma cos’è questo senso?
      Non è certo capire
      che risolve il problema
      Ridere o piangere
      in fondo che cambia?
      Distesa la bocca o serrate le labbra
      tutto qui.
      Il domani arriva lo stesso
      e poi l’altro e poi ancora e ancora
      Giusto o sbagliato
      ma poi per che cosa, per chi?
      L’amore finisce
      perché non finisca
      Si sceglie una cosa
      perché l’altra sia meglio
      o non si sceglie
      e tutto era meglio.
      Lo cerchi nel pianto
      non certo nel riso
      Mutevole e vario
      si appoggia al momento
      e il senso di oggi
      non è quello di ieri.
      Un senso precario
      lo trovi di certo
      paracadute
      che non para un bel niente
      cerotto attaccato su piaghe ulcerate.
      Ma il senso
      il senso cos’è? dov’è?


                                        

      • Attualmente


      mercoledì 6 marzo 2024

      LA PRINCIPESSA PEONIA

      Tra i fiori di loto del parco
      rischiarati dai raggi di luna
      la principessa Aya
      pensava alle prossime nozze
      imposte dal padre.
      Un piede in fallo
      sulla sponda del lago
      e due forti braccia a sorreggerla:
      bellissimo il viso
      del giovane samurai,
      di peonie dipinto il Kimono,
      tempestata di gemme la spada.
      Apparso d'incanto
      d'incanto sparì.

      Morente la tenera Aya,
      non trovò il disperato papà
      medicina che potesse guarirla;
      ma l'ancella
      conosceva il segreto:
      _Signore, la principessa morirà
      se non si trova l'uomo del lago.-
      Ricerche accurate ma vane nel regno.
      Riapparve una sera
      al suono di un flauto
      poi di nuovo sparì
      lasciando al suo posto
      una grande peonia.
      Il saggio di corte così interpretò:
      -E' lo spirito della peonia
      che ha preso le sembianze di principe.
      E' un grande onore per te, Aya!
      Abbi cura di lei.-

      La pose in un vaso
      accanto al suo letto,
      le dedicò tenere cure,
      riprese lei stessa vigore
      accanto a quel fiore che amava.
      Il giorno delle nozze di Aya
      la peonia appassì
      e fu trovata ancora nel vaso
      morta e col capo reclinato.
      E fu così che Aya diventò
      Botan Hime:
      la Principessa Peonia.